Timmy Curran

L’ho sempre visto con la sua tavola sotto braccio, surfare onde incredibili, con stile e grazia fuori dal comune (all’età di 18 anni è stato votato come decimo miglior surfista del mondo). Le stesse caratteristiche che lo accompagnano anche ora, che spesso sostituisce 6 piedi di polistirolo resinato con il legno di una bella chitarra. Timmy Curran fa quasi tutto da solo, e al pari di altri che lo hanno preceduto – un nome per tutti, l’inflazionato Jack Johnson – surfa e suona bene, producendo un album molto fine, lineare e semplice, fatto di onesto rock cantautorale (Daylights Coming, Comatose, Joan) con vaghissime reminescenze psichedeliche (Slow), spesso slanciato verso derive folkettare (Lonely, Horses On The Range). Raffinatezze per nulla scontate come in Selfish Ways lo allontanano dai soliti gregari per farne un autore apprezzabile, dalla naturalezza rara. Pertanto non ci resta che aspettarlo, appena finita la sessione serale di onde, quando messo ad asciugare il costume sulla stesa dietro casa, vi ci entri e si apparta per scrivere un’altra manciata di azzeccate melodie, suonate con le dita salate e la sabbia tra i capelli.

MP3 Timmy Curran: Word Of Mouth
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Timmy Curran

Johnnytwentythree

Cincinnati è in Ohio, ma potrebbe essere in Scozia (magari a Glasgow), Texas (Austin) o Canada (Montreal). A Cincinnati, per il caso j23, la Temporary Residence avrebbe l’occasione di aprire una succursale, tenendo conto che sul loro forum, affine a certa musica, già se ne parla da un po’.
Potremmo finirla qui, che fra link e citazioni l’andazzo è comprensibile, invece insistiamo, testardi e fuori moda, esaltando ancora l’innocenza strumentale più pura e, per questo, tremendamente rara. Calpestata da mille cloni, tediosi, nel concreto, più per chi certa musica la ama (ancora?Ancora) rispetto ai numerosi soloni legati a qualche stereotipo, secondo cui, chissà perchè, l’album delle figurine di certe tendenze ha sempre parvenza di novità, mentre quello dell’anno prima è vecchio ed intuile. Salvo mutare parere, secondo le leggi del settore, il mese dopo.
Attendendo, quindi, l’inevitabile resurrezione (che purtroppo avverrà, annebbiando i veri meritevoli), restiamo sulla nostra sponda del fiume, sorridenti perchè chi ci aveva dato per morti non aveva chiesto il parere al dottore. Pare, infatti, che la salute sia buona e la conferma, clamorosa, arriva appunto con la griffe Johnnytwentythree.
L’esordio omonimo è in realtà un secondo capitolo di una storia che sino ad oggi viveva di collaborazioni per colonne sonore destinate a cortometraggi. Senza rinnegare nulla di questo (nel disco vi sono due extra che rimandano al primo periodo), il gruppo rimarca con furore il concetto di (fasulla) introversione esplosiva, esplorando con gli strumenti impeti e passioni, vivendo di melodia destinata a generare paesaggi aperti al confine dell’infinito. Ed è qui, allora, la differenza con la massa: la comunicazione è urgente, personale anche se identicativa in un genere, strutturata su fondamenta concrete nell’intimità ed evocative nei deragliamenti. L’evoluzione è espressa nei fragorosi retaggi emotivi, nervosi ed aspri solo quando necessario, scoprendo la forma-canzone senza alcuna remora ad ammetterne il valore, muovendosi con consapevolezza assoluta fra le acque opache del post rock, strizzando l’occhio a qualche fantasma silenzioso eppure trepidante d’ansia, nutrito dalla speranza, nascosta, di poter vivere una nuova alba.
I Johnnytwentythree offrono al mondo una nuova possibilità, spoglia, nuda e, se volete, difficilmente riciclabile. Ma con una luce talmente straniante ed incantata da non poterne rifiutare gli abbagli.

Mp3 Johnnytwentythree: Red Bird
Mp3 Johnnytwentythree: Last Exit

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j23